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piazza di Spagna

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piazza di Spagna
Questa piazza costituisce un ambiente urbano di straordinaria bellezza che, nello scenario unico al mondo della scalinata di Trinità dei Monti, racchiude da sempre un'atmosfera affascinante. E' stata per secoli uno dei centri più vivaci della città e grazie alla monumentalità conferitole dall'insieme armonioso della scalinata, della "barcaccia", dell'area verde e della colonna dell'Immacolata, è inserita tra i luoghi della celebrità internazionale e svolge una accentuata funzione di richiamo del turismo internazionale.
Storia della piazza

Piazza di Spagna è tuttora considerata una delle più belle ed eleganti di Roma, la cui straordinaria atmosfera non cessa mai di affascinare: costituisce infatti uno degli spazi urbani più scenografici della Roma barocca e tra le mete irrinunciabili del turismo mondiale. All'inizio del '500 questa zona era considerata suburbana: la piazza fu a lungo il luogo di arrivo e di sosta delle vetture a cavalli che, entrando dalla Porta del Popolo, punto di accesso dal nord fin dall'antichità, portavano gli stranieri a Roma. Divenne in tal modo un polo turistico in quanto ricca di alberghi, locande ed eleganti edifici residenziali; poi si trasformò ben presto nel luogo dove gravitava la vita artistica delle circostanti via del Babuino, via Sistina, via Gregoriana; gli uomini di cultura, che frequentavano i ristoranti sorti ovunque nella zona e i raffinati caffè, ne fecero uno dei più prestigiosi salotti intellettuali di Roma. L’animazione della piazza era accresciuta dal fatto che essa godeva dell’extraterritorialità, concessa alla Spagna per antico privilegio. La forma attuale dell'area “ad ali di farfalla”, comincia a delinearsi quando venne varata, su progetto di Carlo Maderno, la costruzione della chiesa di Trinità dei Monti, consacrata nel 1587. Inizialmente intitolata alla Trinità, dalla chiesa che la domina, venne poi detta nel XVII secolo piazza di Spagna in riferimento alla residenza dell'ambasciatore spagnolo qui situata. La costruzione della chiesa di Trinità dei Monti, il primo edificio monumentale a dominare la zona dalla cima del colle, rompe quell' equilibrio quasi agreste e segna l'inizio di uno sviluppo urbanistico che non si fermerà più fino al Settecento, mantenuto inalterato l'aspetto sei- settecentesco, nonostante gli interventi strutturali successivi, che sopraelevarono gli edifici nell'800 e nel 900.

La scalinata di Trinità dei Monti
Elemento caratterizzante e dominante è la scenografica scalinata della Trinità dei Monti, che nasce fra il 1723 ed il 1726 per mano di Francesco De Sanctis, come una serie di rampe e terrazzi, non vincolati ad una qualche forma di simmetria spaziale ed in un perenne movimento scenografico. Lo scopo dell’imponente scalinata di travertino era di collegare l’Ambasciata di Spagna alla Chiesa di Trinità dei Monti, sovrastante la piazza. Inizialmente, infatti, le due aree, malgrado i sentieri alberati, risultavano completamente scollegate a causa del forte dislivello. La scalinata, 12 rampe e 135 scalini, è composta da tre parti e comprende anche parecchie zone di sosta. Nelle intenzioni dell’architetto infatti, la scala doveva servire non solo al passaggio delle persone ma anche come luogo di ritrovo. A tale scopo furono realizzate delle terrazze che ancora oggi sono affollate sia di turisti che di abitanti di Roma.
Ai lati della scalinata si trovano due palazzetti gemelli: quello sul lato destro, che ricorda i poeti Keats e Shelley e chiamato anche Casina Rossa, era in origine un piccolo albergo dove Keats, trascorse gli ultimi giorni della sua vita. La casa fu acquistata dalla Keats-Shelley Memorial House nel 1906 con l'intenzione di creare un piccolo tempio letterario in onore dei poeti romantici inglesi. L'edificio fu restaurato e adibito a biblioteca e museo. Sull'altro lato della scalinata sorge il palazzetto gemello che ospita la sala da tè Babington's fondata nel 1893: è sicuramente il locale che forse più di tutti gli altri diffuse l'uso del thè a Roma.
Trinità dei Monti e obelisco sallustiano
Sulla scalinata si affaccia la chiesa di Trinità dei Monti, una delle più belle di Roma. La costruzione della chiesa iniziò nel 1502, su progetto di Carlo Maderno, e si concluse nel 1519. La consacrazione, ad opera di Papa Sisto V, risale al 1585. Lo stesso pontefice diede incarico all’architetto Domenico Fontana di costruire una strada che collegasse Trinità dei Monti con la basilica di S. Maria Maggiore, la Strada Felice. Il conseguente abbassamento del livello stradale fu ovviato dallo stesso architetto con la realizzazione, nel 1587, delle due scalinate convergenti. La facciata è opera di Carlo Maderno e risulta proiettata verso l'alto grazie ai due campanili simmetrici con cupolino ottagonale. L'interno è composto da un'unica grande navata sulla quale si aprono sei cappelle laterali ornate da pregevoli opere d'arte, come la Deposizione di Daniele da Volterra, che, nell'altra sua opera conservata sempre all'interno della chiesa, l'Assunzione, ha dipinto il ritratto del suo maestro Michelangelo. Nella chiesa vi si venera una immagine miracolosa della Vergine, alla quale, da un'esclamazione di Pio IX, è stato dato il titolo di mater Admirabilis. La chiesa di Trinità dei Monti si trova in una stupenda posizione dalla quale è possibile ammirare una delle più belle viste di Roma. L’obelisco di fronte alla chiesa, l'obelisco Sallustiano, fu portato a Roma quasi certamente da Aureliano e da questi fatto collocare all'interno degli Horti Sallustiani (dai quali prende il nome). Alto 13,91 metri, di granito rosso, è egizio-romano perché fu inciso in epoca romana con iscrizioni ricopiate dal monolite di piazza del Popolo. Fu fatto erigere nel 1789 da Pio VI allo scopo di fare da prospetto alla scalinata e a via Condotti ed insieme da ideale collegamento con quello di Santa Maria Maggiore, visibile all' orizzonte in fondo a via Sistina.
la fontana de la "Barcaccia"
Ai piedi della scalinata è la fontana detta della Barcaccia, scolpita da Pietro Bernini padre di Gian Lorenzo: si tratta indubbiamente di una fontana fra le più originali di Roma. Il nome solo apparentemente dispregiativo deriva dalle barcacce che nel vicino porto di Ripetta venivano utilizzate per il trasporto del vino. C'è chi ha voluto vedere il ricordo di un barcone rimasto a secco ai piedi della Trinità durante la grande inondazione del 1598. La Barcaccia fu la prima fontana alimentata dall'Acqua Vergine, che in quel punto della città non ha la pressione per salire in alto, e questa è la più semplice e veritiera ragione per cui il Bernini scelse la forma da dare alla scultura. La barca, in cui la poppa e la prua sono identiche, è decorata con i motivi ornamentali relativi alla simbologia dei Barberini il cui papa Urbano VIII la aveva commissionata: nell'interno il sole simbolo della Divina Sapienza e all' esterno lo stemma della famiglia composto dalle tre api simbolo della Provvidenza. L'uso del bianco e caldo travertino e il suo contrasto con l'azzurro dell' acqua crea freschezza sembrano fatte apposta per invitare il turista a sostare e a dissetarsi della meravigliosa acqua romana.
la colonna dell'Immacolata
Accanto a Piazza di Spagna, nella adiacente Piazza Mignanelli, è situata la Colonna dell’Immacolata Concezione che Pio IX volle far erigere nel 1857 a memoria del dogma dell'Immacolata Concezione, definito tre anni prima. L’origine della colonna è romana, essendo stata rinvenuta nel 1778 negli scavi di Campo Marzio. La struttura, realizzata su progetto dell’architetto Luigi Poletti, è composta dal basamento in marmo, sul quale è adagiata la colonna in marmo cipollino, alta circa 12 metri, che sostiene la statua in bronzo della Madonna, opera di Giuseppe Obici. Sempre sul basamento trovano spazio altre 4 statue di bronzo, che raffigurano Mosè, David, Ezechiele e Isaia. La statua di Mosè è opera di Ignazio Jacometti, quella di David di Adamo Tadolini, Ezechiele di Carlo Chelli e infine quella di Isaia di Salvatore Revelli. Il tutto è alto più di 29 metri. Ogni anno l’8 dicembre a Piazza di Spagna si celebrano i festeggiamenti dell’Immacolata Concezione, e una squadra di Vigili del Fuoco rende omaggio tramite una gru di una ghirlanda di fiori, alla presenza del Pontefice che benedice la statua e tutti i presenti. Oltre la colonna, si trova il Palazzo di Propaganda Fide, iniziato dal Bernini e terminato dal Borromini e vicino si affaccia Palazzo di Spagna, sede dell'ambasciata spagnola dal 1647, prima presso lo Stato Pontificio e dal 1870 presso la Santa Sede.
colori di piazza di Spagna
salotti di Roma
Bibliografia:
C. Rendina, D. Paradisi - Le Strade di Roma;
A. Ravaglioli - Le grandi piazze di Roma;
F. Tavazzi - Piazza di Spagna
M. Quercioli - Il Rione Campo Marzio;
www.LaboratorioRoma.it
© Sergio Natalizia - 2013-2015
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