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Rione Campitelli

Temi > Fontane
Le fontane di Campitelli
Fontana dell'Adriatico
Si tratta della fontana a destra del monumento a Vittorio Emanuele II  ed è opera di Emilio Quadrelli che insieme con Pietro Canonica, autore della fontana del Tirreno, collaborò con il Sacconi, progettista dell'Altare della Patria, nel completamento del monumento agli inizi del secolo. Le fontane furono realizzate a scopo puramente decorativo e secondo quel gusto della monumentalità che ha ispirato tutto il complesso. La Fontana dell'Adriatico è una delle due fontane perfettamente simmetriche, che sono addossate al monumento a Vittorio Emanuele II, ai due lati della grande scala centrale. Le due statue sono sorrette da un basamento a più piani che termina con una vasca semicircolare. L'acqua esce da una fessura della muratura, va a cadere a ventaglio sul cordolo della vasca. Da qui si riversa nella piscina sottostante a livello stradale. L'Adriatico è una figura sdraiata, in atteggiamento pensoso, che con la mano destra si sorregge la testa, mentre con la sinistra accarezza un leone. La testa è coperta da una conchiglia che in parte raccoglie la capigliatura riccia.

Fontana del Tirreno
Si tratta della fontana a destra del monumento a Vittorio Emanuele II, opera di Pietro Canonica, eseguita nel 1911 ed è posta in perfetta simmetria con la fontana del Quadrelli raffigurante l’Adriatico. Canonica e Quadrelli collaborarono col Sacconi, progettista dell'Altare della Patria, nel completamento del monumento agli inizi del Novecento. Le fontane furono realizzate con lo scopo puramente decorativo e secondo quel gusto della monumentalità che ha ispirato tutto il complesso. Nelle due fontane ci sono due statue a rappresentare i due grandi mari che abbracciano l'Italia: il mar Tirreno e il mar Adriatico. Le due statue sono sostenute da un basamento a più piani che termina con una vasca semi circolare. L'acqua esce da una fessura nella muratura, va a cadere a ventaglio sul cordolo della vasca e da qui si riversa nella piscina sottostante a livello stradale. Il Tirreno è una figura che giace su un masso, ma nell'atto di sollevarsi aiutandosi nella spinta con il braccio destro. Nel masso è scolpita una sirena. Ai piedi della statua giace una lupa capitolina.
Fontane dei Leoni alla Cordonata
Le due fontane, poste simmetricamente all’inizio della cordonata del Campidoglio, presentano due leoni egizi in basalto, dalle cui bocche esce l’acqua che si riversa in due vaschette. I leoni provengono dall’Iseo Campense (il tempio fatto erigere da Domiziano, in Campo Marzio, in onore delle divinità egiziane Iside e Serapide) ed erano collocati all’ingresso della chiesa di Santo Stefano del Cacco. Nel 1562 Pio IV Medici li donò al popolo romano per decorare la cordonata del Campidoglio collocati su basi disegnate da Giacomo Della Porta. Quando nel 1587 fu condotta l’Acqua Felice sul colle Capitolino, i leoni vennero adattati a fontane, ponendovi davanti due calici in travertino. Nel 1885 le vaschette furono distrutte, mentre i leoni vennero trasferiti nel Museo Capitolino e sostituiti da copie di marmo bigio. Nel 1956 furono rimessi al loro posto e i calici cinquecenteschi, dispersi al momento della rimozione, furono sostituiti da copie realizzate imitando gli originali perduti.
Fontana dei Putti
Costruita nel 1589, la fontana dell’Aracoeli prende il nome dall’omonima basilica francescana che domina quest’area posta ai piedi del Campidoglio.  Il progetto si deve, come quello di molte altre fontane del tardo cinquecento a Roma, a Giacomo della Porta, architetto “fontaniere” durante i pontificati di Gregorio XIII, Sisto V e Clemente VIII. A realizzarlo materialmente furono Andrea Brasca, Pietro Gucci e Pace Naldini. La fontana era alimentata dall’Acquedotto Felice. la fontana è costituita da una vasca a barca, al cui centro un balaustro, poggiante su basamento cubico, sorregge un catino. Su questo quattro putti versano acqua da piccole anfore e volgendosi le spalle stringono fra di essi i simboli araldici di Sisto V Peretti, sotto il cui pontificato fu eretta la fontana. La struttura originaria è oggi posta al centro di una piscina circolare, realizzata ai primi del settecento, protetta da basse colonnine, raccordate da una barra in ferro. Oggi la fontana è completata da un terzo bacino in travertino di forma circolare, delimitato da colonnotti, aggiunto dopo il 1860, in sostituzione dei tre gradini sagomati ideati dal Della Porta.
Fontana dell'Acqua Felice a Campitelli
Eseguita da Pompilio De Benedetti su disegno di Giacomo Della Porta del 1589, la fontana è costituita da un basamento mistilineo ottagonale in travertino su cui poggia una tazza della stessa forma. Questa riporta su sei lati le insegne del Senato e gli stemmi delle famiglie che avevano finanziato l’opera, e sui rimanenti lati due grossi mascheroni versanti acqua. Al centro della vasca un balaustro sostiene un catino circolare di marmo portasanta dotato di uno zampillo. Collocata originariamente al centro della Piazza di fronte alla chiesa di S. Maria in Campitelli, in seguito all’ampliamento di questa avvenuto nel 1679, la fontana fu risistemata su un lato della piazza affinché le persone, che intorno ad essa si ritrovavano, non disturbassero col loro "libero parlare" le funzioni religiose.
Fontana della Dea Roma al Campidoglio
La fontana orna la facciata del Palazzo Senatorio, lo storico palazzo sorto sui resti del tabularium (I secolo a.C.) e punto di convergenza della piazza disegnata da Michelangelo, circoscritta a destra dal Palazzo dei Conservatori e a sinistra dal Palazzo Nuovo. Nel 1538, quando ha inizio la sua sistemazione urbanistica di piazza del Campidoglio nessuna fontana era prevista all’epoca, in quanto il Campidoglio rimase privo di acqua corrente fino alla costruzione dell’acquedotto Felice, realizzato per volontà di papa Sisto V. Nel 1588  Matteo Bartolani viene incaricato del progetto di una fontana monumentale, tramite un concorso voluto dallo stesso Sisto V che intendeva celebrare la costruzione del nuovo acquedotto anche sulla piazza capitolina. La fontana è costituita da un doppio bacino in marmo a pianta mistilinea collocato tra le due statue del Nilo e del Tevere, decorato da cinque stemmi e si inserisce sulla piazza in forma discreta e rispettosa del disegno michelangiolesco. Nel 1593 infine si sostituì la statua di Minerva della nicchia centrale con una statua in porfido e marmo di epoca domizianea, raffigurante una Minerva seduta, di piccole dimensioni, montata su tre basamenti sovrapposti, e reinterpretata come Dea Roma.
© Sergio Natalizia - 2009-2012-2018
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