Gianicolo
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Le fontane del Gianicolo
Fontana di Sant'Onofrio
Collocata nell'area antistante la chiesa di S. Onofrio al Gianicolo nel 1924, la fontana è costituita da vari elementi giacenti nei magazzini comunali. E’ formata da una vasca circolare, quasi a fior di terra, in mezzo alla quale, su una base quadrata, si eleva un piedistallo a cipolla che sostiene una tazza di travertino la quale riceve l'acqua da uno zampillo centrale che, attraverso le bocche di quattro mascheroni scolpiti sotto il bordo della tazza stessa, si versa nel bacino sottostante.
Fontana-Mostra dell'Acqua Paola
Nota anche come il “Fontanone del Gianicolo”, fu voluta da papa Paolo V Borghese a seguito del ripristino dell’Acquedotto Traiano, da lui stesso promosso nel 1608 e realizzata tra il 1610 e il 1614 come mostra terminale dell’Acquedotto Paolo. La costruzione della fontana fu affidata a Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio. E’ costituita da un prospetto architettonico di marmo con tre arcate centrali di uguale dimensione. Nelle ali laterali ci sono due archi più piccoli sormontati da finestre cieche nelle ali laterali. Sull'attico della fontana si trova l’iscrizione celebrativa nella quale ricorre un errore archeologico: si afferma infatti che furono "restaurati i condotti antichi dell'Acqua Alsietina", anzichè quelli della Traiana. Il gruppo scultoreo alla sommità dell’attico è composto da due angeli che sorreggono lo stemma di Paolo V. Per la costruzione della fontana fu riutilizzato materiale proveniente dai monumenti del Foro romano, mentre le colonne in granito rosso provenivano dalla basilica costantiniana di San Pietro, allora in corso di ricostruzione. Ai margini delle parti architettoniche, ci sono motivi ornamentali e l’aquila e il drago, animali simboli araldici della famiglia Borghese. Tra il 1690 e il 1693, per volere di papa Alessandro VIII, l’architetto Carlo Fontana apportò una serie di modifiche, attribuendo al monumento la sua forma attuale. Fu realizzata la grande vasca che ancora oggi si ammira, completamente aperto l'arco centrale e fu creato davanti alla fontana l'attuale piazzale, trasformando in tal modo il monumento da semplice fontana di facciata in un complesso edificio che rappresenta uno degli esempi più spettacolari di fontana-mostra.
Fontana della Quercia del Tasso
Progettata da Emanuele Cito Filomarino costituisce la realizzazione di uno dei bozzetti vincitori di un concorso del 1928, per edificare dieci fontanelle artistiche in varie zone della città, in sostituzione di quelle in ghisa. La fontanella ideata per il Gianicolo fu collocata sotto la “quercia del Tasso”. Sul lato posteriore della fontana è inciso un verso del XV canto della "Gerusalemme Liberata". La fontana è sormontata da un sarcofago moderno baccellato a vasca con due protomi leonine inscritte alle estremità del fronte, poggiante su due elementi modanati curvilinei; più in alto, sulla sinistra è un vaso decorativo in travertino, collocato su base in peperino.
Fontana del Prigione
Alimentata dall’acquedotto Paolo, la fontana fu realizzata nel 1587-1590 come sfondo prospettico di uno dei viali del giardino di villa Montalto Peretti, residenza sul colle Esquilino progettata da Domenico Fontana per papa Sisto V. La sua denominazione deriva dalla scultura di un prigioniero con le mani legate che si trovava nella nicchia centrale. Quando alla fine dell’ottocento la villa venne distrutta per la costruzione dei nuovi quartieri residenziali di Roma capitale, la fontana fu smontata per essere ricomposta nel 1894-95 come fondale di via Genova, una delle vie della nuova urbanizzazione nei pressi di via Nazionale. Nel 1923 la fontana venne nuovamente smontata e ricomposta nel luogo attuale lungo via Goffredo Mameli alle pendici del Gianicolo. La fontana conserva essenzialmente l’aspetto originario costituito da una grande nicchia decorata da ghirlande in rilievo e protomi leonine, riferimento alle insegne araldiche di papa Sisto V.
Fontana con testa di Leone
Addossata al muraglione di via Garibaldi all'angolo con via di Porta S. Pancrazio e la salita del Bosco Parrasio, la fontana è sormontata da una epigrafe con stemma Barberini che ricorda i lavori di consolidamento eseguiti nel 1629 in S. Pietro in Montorio durante il pontificato di Urbano VIII. E' probabile che la fontana risalga alla stessa epoca indicata dalla lapide ed è anche possibile che l'attuale collocazione non sia quella originaria in quanto la parete su cui poggia presenta tracce di una precedente porta. E’ formata da una protome leonina murata entro una nicchia con cornice in mattoni avente ai lati due cannelle a forma di piccole stelle che versano l'acqua in una semplice vasca di marmo con incisa la data del 1936, anno del restauro eseguito dal comune (SPQR - MCMXXXVI E.F. - XV). Il pavimento attorno alla vasca è realizzato con antichi frammenti marmorei.
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