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Ss. Nereo e Achilleo

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Ss. Nereo e Achilleo alle Terme di Caracalla
La chiesa dei Ss. Nereo e Achilleo sorge su via delle Terme di Caracalla ed è dedicata, secondo la tradizione, ai due martiri servi della nobile Flavia Domitilla e con lei martirizzati per la loro fede cristiana all’epoca di Diocleziano: più verosimilmente entrambi erano soldati, uccisi nell’ambito della persecuzione dioclezianea che colpì inizialmente proprio i “fratelli dell’esercito”. Di questa antichissima chiesa si hanno memorie fin dal 337 e costituisce un gioiello nascosto tra arte e sacralità.
chiese di Roma
la storia
La chiesa sorge nel luogo dove, durante il pontificato di Giulio I (337-352) fu istituito un “titulus fasciolae”, un luogo di preghiera edificato a memoria della benda (fasciola) che aveva avvolto una caviglia di San Pietro piagata dalle catene e qui perduta dall’apostolo in fuga verso la via Appia, dopo essere evaso dal carcere Mamertino. Il titulus assunse nel 595 l’intitolazione ai Santi martiri Nereo e Achilleo ed è così ricordato, nell’anno 600, in una lettera di San Gregorio Magno. Alla fine dell’ VIII secolo, durante il pontificato di Leone III, in luogo del titulus fu edificata una chiesa a pianta basilicale, arricchita con decorazioni e suppellettili preziose, in modo che potesse custodire con decoro le reliquie di Nereo e Achilleo, che il pontefice aveva fatto trasferire dalle catacombe di Domitilla, Nel basso Medioevo, tuttavia, a causa dell'insalubrità del sito, la chiesa fu abbandonata e cadde in rovina, al punto che nel 1213 le reliquie dei santi Nereo e Achilleo furono spostate nella Chiesa di Sant’Adriano al Foro Romano (oggi non più esistente).
Sisto IV, poco prima dell’Anno Santo del 1475, dispose una radicale trasformazione della chiesa e la elevò a titolo cardinalizio, ma risale invece al giubileo del 1600 l'ultima delle grandi ristrutturazioni, voluta dal cardinale Cesare Baronio su suggerimento di San Filippo Neri, durante la quale furono realizzati gli arredi del presbiterio (altare, plutei, amboni, cattedra) riutilizzando ciò che restava degli antichi arredi paleocristiani. Durante questo restauro, inoltre, furono realizzati gli affreschi che tuttora adornano l'interno della chiesa e gli altari laterali. Fecero ritorno nella chiesa le spoglie dei santi Nereo e Achilleo e traslate qui anche quelle di santa Domitilla, che furono collocate in un'urna ancora oggi situata sotto l'altare maggiore. Da allora la chiesa è stata affidata agli Oratoriani, cioè alla congregazione fondata da San Filippo Neri, che tuttora ne curano la gestione.
l'esterno
La chiesa è preceduta da un piccolo sagrato; la facciata presenta ancora l'aspetto conferitale dai restauri di papa Sisto IV. Si possono ancora scorgere gli affreschi di Girolamo Massei, ormai quasi del tutto svaniti, con in alto l’immagine della Madonna con il Bambino, mentre il portale d’ingresso è preceduto da un protiro marmoreo, sorretto da due colonne corinzie dove vi sono le diciture del titulus Fasciolae e del titulus Ss. Martyrum Nerei et Achillei. Il campanile barocco è frutto dei restauri del XVII secolo.
gli interni
La chiesa ha la tipica struttura della basilica, con una navata centrale e due laterali, divise da pilastri ottagonali, che sostituirono nel XV secolo le colonne originali. La navata centrale è dedicata alla vita e al martirio dei santi titolari e di santa Domitilla e termina con un'abside semicircolare. Tra una scena e l'altra sono affrescati angeli con la corona e la palma del martirio.
L’arco dell’abside è decorato con mosaici risalenti al IX secolo raffiguranti l’Annunciazione, la Trasfigurazione e la Theotokos con il bambino e l’angelo. Il catino absidale contiene gli affreschi di Girolamo Massei raffiguranti nella parte alta, l’Adorazione della Croce con ai lati due gruppi di santi, uno maschile con i santi Nereo, Achilleo, e l’altro femminile, tra cui Domitilla, mentre nella parte inferiore è raffigurato San Gregorio Magno mentre pronuncia la XXVIII omelia sulle tombe dei martiri Nereo e Achilleo nelle catacombe di Domitilla.
L’altare maggiore, così come il coro e il trono episcopale, sono in stile cosmatesco, e conserva le reliquie dei Santi Nereo e Achilleo; è sovrastato  da un ciborio cinquecentesco che poggia su quattro colonne in marmo. Alla sua destra è posto un Candelabro pasquale del XV secolo, in marmo di ambito romano, mentre sulla sinistra, si trova l’Ambone, della seconda metà del XII secolo, in marmo e mosaico dei Cosmati. Alle spalle dell’altare si trova la cattedra episcopale, che ha ai lati due leoni del XIII secolo attribuiti alla bottega dei Vassalletto, antica famiglia di marmorari romani, e il dorsale scavato in una nicchia di marmo porta incisa una parte della XXVIII omelia di San Gregorio Magno, pronunciata sulle tombe dei martiri Nereo e Achilleo nelle catacombe di Domitilla.
Le pareti delle navate laterali sono decorate con un pregevole ciclo di dipinti murali raffiguranti "Storie del martirio degli apostoli" (fine del XVI secolo), affreschi tradizionalmente attribuiti a Niccolò Circignani detto il Pomarancio: le scene sono rappresentate secondo un'iconografia "controriformata" in cui il supplizio era descritto con particolari raccapriccianti. Le immagini crude e violente lasciano poco spazio all’immaginazione: Pietro crocifisso, San Giacomo Maggiore decapitato, San Giovanni Evangelista nel supplizio dell’olio bollente, San Bartolomeo scorticato e ancora San Simone Cananeo fatto a pezzi da una sega.
Lungo le navate laterali è posto un altare per lato, dove sono collocate due tele del fine XVI secolo: a destra, Madonna con Gesù Bambino adorata dagli angeli di Durante Alberti; a sinistra, Santa Domitilla tra i santi Nereo e Achilleo di Cristoforo Roncalli,
La controfacciata presenta al centro la Gloria dei Ss. Nereo e Achilleo; al di sopra sono gli apostoli Pietro e Paolo e al di sotto i Ss. Gregorio e Clemente.
Bibliografia:
M. Teresa Bonadonna Russo-Dal titolo dei Fasciola alla chiesa dei Ss. Nereo e Achilleo-2014
Mariano Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
Soprintendenzaspecialeroma.it;
Itinerari Romani-Suggestioni d'antico - Roma Turisno




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