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Santuario della Mentorella

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Santuario della Mentorella
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Il Santuario “Madre delle Grazie” della Mentorella sorge ad un'altitudine di 1018 m. su una rupe sporgente del versante orientale del Monte Guadagnolo sui Monti Prenestini, che scende quasi a picco sulla sottostante Valle del Giovenzano, tra Tivoli e Palestrina, a sud-est di Roma.
Secondo la leggenda, il Santuario è sorto per volontà di Costantino nel IV secolo nel luogo dove si convertì il tribuno romano Sant’Eustachio, vissuto tra il I e il II secolo e martirizzato per ordine dell'imperatore Adriano. Per questo motivo la Mentorella viene considerato il più antico santuario mariano d’Italia. Nel VI secolo venne donato ai Benedettini diventando così una proprietà dell’Abbazia di Subiaco fino al XV secolo, ma si depauperò e fu quindi abbandonato dai monaci benedettini per circa due secoli, fino a quando nel XVII secolo venne riscoperta dal gesuita Athanasius Kircher che ne diresse il restauro. Ai Gesuiti appartenne fino al 1879 e poi, dopo alterne vicende, di nuovo ai Benedettini, finché nel 1857 papa Pio IX non lo concesse ai Padri Resurrezionisti Polacchi, ai quali ancora oggi appartiene.
Qui fece spesso visita papa San Giovanni Paolo II che si vi recò il 29 ottobre 1978, in occasione del suo primo viaggio pastorale da Pontefice; successivamente lo visitò in forma privata, altre sette volte. Anche papa Benedetto XVI visitò il santuario il 29 ottobre 2005 per rendere omaggio alla Madonna delle Grazie della Mentorella.
La facciata della chiesa mostra una grande semplicità architettonica: è adornata da due finestrelle e nel mezzo, sopra il portale d'ingresso, si apre un ovale, con pilastrini a raggiera sormontati da un archivolto a sesto acuto, impostato su capitelli di piccole colonne pensili. Davanti all'entrata della chiesa è stata collocata una statua in bronzo di san Giovanni Paolo II, dono dei dodici comuni che "fanno corona alla Madonna", come recita la stessa preghiera a Lei dedicata. L’interno è costituito da una navata centrale e due piccole  laterali. La navata centrale è impreziosita da affreschi di varie epoche che rappresentano Sant'Atanasio (XVII secolo), la Madre di Dio con Bambino (XV secolo), san Domenico (XV secolo), sogno di san Giuseppe (XVII secolo). Gli affreschi sotto gli archi presentano diversi santi: san Michele arcangelo e sant'Antonio abate (ambedue del XV secolo), san Benedetto, santa Scolastica, santa Maria Maddalena, santa Lucia, sant’Agapito, sant'Ignazio di Loyola e san Francesco Saverio (del XVII secolo) e san Casimiro, patrono della Polonia e della Lituania realizzato nel XIX secolo. In fondo alla navata si trova l’altare maggiore sormontato da un ciborio realizzato nei primi anni del Trecento ma arricchito nella parte superiore da ornamenti della fine del XIX secolo. Sotto l'altare si trova un frammento del pavimento del XII secolo, opera di scuola cosmatesca. Nel ciborio è racchiusa una statua lignea della Madonna della Grazie. Essa è seduta in cattedra, nell'atto di sorreggere sul ginocchio sinistro il Bambino Gesù, che la guarda teneramente e l'abbraccia; l'opera è attribuita ad una bottega romana del XII secolo.
Sulla navata destra si trova una cappella dedicata a San Silvestro con dipinti del XVII secolo che raffigurano il battesimo dell’Imperatore Costantino e la consacrazione dell’originaria chiesa di Sant'Eustachio I. Sulla navata  sinistra si trova la Cappella del Crocifisso.
Sulla rupe che sovrasta la chiesa, raggiungibile attraverso la Scala Santa, costruita nel XVII secolo, si giunge alla cappella di Sant'Eustachio costruita nelle stesso periodo e preceduta da un campanile. La cappella è stata costruita sulla roccia nel luogo in cui secondo la tradizione è apparso Gesù Cristo al santo. La Cappella è ornata con affreschi raffiguranti la conversione e il martirio del santo. Nella roccia sottostante si trova la grotta di San Benedetto con l'altare e l'immagine del santo. In questa grotta naturale San Benedetto soggiornò per due anni prima di recarsi a Subiaco.
Nell’insieme, il Santuario della Mentorella ha, nella sua storia e nella sua atmosfera mistica, i suoi punti di forza, ma la sua posizione particolare, sopra uno sperone di roccia, offre una visuale unica sulle valli sottostanti: un panorama pressochè sconfinato che va dalle cime dell’Abruzzo a quelle dei Lepini, situati oltre la Valle del Sacco.

© Sergio Natalizia - giugno 2022
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