Rioni Testaccio-San Saba-Prati
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Le fontane di Testaccio,
San Saba e Prati
Fontana di Pio IX
Fu fatta costruire nel 1869 da Pio IX Mastai, a ricordo degli scavi che sotto la guida dell’archeologo Pietro Ercole Visconti portarono alla luce le banchine dell’antico porto fluviale (Emporium). Posta su lungotevere Testaccio, la vasca di raccolta è costituita da un sarcofago romano, ricevente l’acqua da una protome leonina. La struttura è addossata ad una parete di laterizio sormontata da una epigrafe latina e dallo stemma pontificio con due leoni rampanti.
Fontana delle Anfore
La fontana fa parte del gruppo di dieci fontanelle artistiche destinate ad abbellire ed approvvigionare il centro storico della città. Realizzata da Pietro Lombardi e inaugurata nel 1927, fu inizialmente collocata in Piazza Mastro Giorgio (oggi Piazza Testaccio). Quando la piazza divenne sede del mercato rionale, la fontana delle Anfore venne rimossa e trasferita in Piazza dell’Emporio davanti al ponte Sublicio. Nel 2012, nell’ambito di un progetto di riqualificazione di piazza Testaccio, che ha comportato il trasferimento del mercato rionale nella nuova sede di via Galvani, si è nuovamente proceduto allo spostamento della fontana, ricollocata nella sua sede originaria, al centro della piazza. A pianta circolare, la fontana è costituita da quattro rampe di gradini concentrici culminanti nell’elegante gruppo centrale. Le anfore che lo costituiscono alludono chiaramente al vicino monte dei cocci, formatosi nei secoli per l’accumulo delle anfore rotte provenienti dal porto fluviale di Ripa Grande.
Fontana del Boccale
Realizzata nel 1931 da Raffaele De Vico e sistemata a parco del Testaccio, la fontana è inserita in una vasca circolare a fior di terra ed è costituita da una grande brocca di marmo vicentino, rosso corallo, sulla cui superficie figura in rilievo un ramo fiorito di rose.
Fontana dell'Anfora
Realizzata su disegno di Raffaele De Vico, fu collocata al centro del parco Cestio (poi Parco della Resistenza) sin dalla sua inaugurazione nel 1939. La struttura è costituita da un’anfora bronzea dal cui corpo originano proboscidi elefantine levate in alto dalle quali zampilla l’acqua.
Fontane del Palazzo di Giustizia
Le fontane, come il palazzo di Giustizia, sono opera di Guglielmo Calderini che per i gruppi scultorei fu affiancato da Ettore Ximenes, Michele Tripisciano, Enrico Quattrini, Eugenio Maccagnani. Alla base della composizione furono collocati su ciascun fronte (sulla piazza dei Tribunali e su piazza Cavour), due fontane gemelle. Vennero poste esattamente all'estremità del palazzo, a lato delle scalee di accesso con un identica connotazione monumentale ma di foggia diversa. Le fontane sul lungotevere sono composte da una vasca trilobata posta in una piscina ovale dal sottile bordo. L'acqua fuoriesce a ventaglio da una fessura seminascosta da una mensola, ornata da un mascherone centrale aggettate. Il blocco in travertino modanato in maniera incisiva, è limitato da due elementi a volute. Superiormente è coronato da una cornice nella quale sono stati inseriti due medaglioni ciechi. Sull'angolo smussato due teste leonine collegano la composizione al resto dell'edificio.
Le fontane su piazza Cavour sono poste al limite della scalea centrale. Un timpano modanato, ornato da un rosone centrale, poggia su un fregio in parte aggettante, disegnato da alterni triglifi. Una mensola centrale a volute cela la fessura da cui fuoriesce l'acqua che va a raccogliersi in una conchiglia allungata, la quale si ricollega al resto della composizione mediante esili volute. Nella stessa vasca si raccoglie l'acqua proveniente dalla conchiglia soprastante, composta da esili scanalature di forma circolare.
Fontana delle Cariatidi
Realizzata nel 1928 da Attilio Selva, la fontana, situata in piazza dei Quiriti, è composta da un vasto e basso bacino circolare, delimitato da un bordo sporgente; al centro si eleva un elaborato balaustro ispirato a motivi vegetali con due giri regolari di grandi foglie d’acqua da cui si staccano vaschette sporgenti che ne riprendono le linee ribadite alla base da foglie rovesciate. Al centro del catino vi sono quattro figure femminili volgendosi le spalle che sorreggono con la testa e le braccia un più piccolo catino al centro del quale da una grande pigna si innalza uno zampillo.
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