S. Onofrio al Gianicolo
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S. Onofrio al Gianicolo
Situato sul colle più suggestivo della città che domina l’intero paesaggio urbano, regalando una vista unica, il complesso di Sant’Onofrio, oltre a conservare molte opere di illustri artisti, fu un luogo amato da molti illustri viaggiatori del passato, che qui venivano non solo per godere del silenzio e della tranquillità, ma anche per ammirare il luogo tanto amato da Torquato Tasso che qui si fece seppellire.
il complesso
Sant'Onofrio al Gianicolo è un complesso chiesa-convento la cui costruzione fu iniziata intorno al 1439 nel sito dove in precedenza, nel 1419, era stato costruito un romitorio per opera del beato Nicola da Forca Palena che a tale scopo aveva acquistato il terreno raccogliendo elemosine dai fedeli. Il complesso attuale fu concluso nel XVI secolo, ma già dal 1446 era stata aperta la strada nota come salita Sant'Onofrio che permetteva di salire da via della Lungara al Gianicolo per far raggiungere più comodamente dai pellegrini l’eremo, divenuto intanto santuario: prima, infatti, si utilizzava uno scosceso e pericoloso sentiero che si inerpicava su quella parte del Gianicolo denominata “Monte Ventoso”. La chiesa è preceduta da un sagrato erboso chiuso su due lati da un piccolo portico dove sono conservate tre lunette che raccontano le “Storie della vita di San Gerolamo” opera del Domenichino. Sul lato di fronte alla chiesa il portico è chiuso dalla cappella affrescata della Madonna del Rosario, eretta nel 1620 e decorata da Agostino Tassi.
Il portale di accesso alla chiesa è impreziosito dall’affresco delle Sibille di Agostino Tassi, e accanto al portale, incastonata nella parete, è collocata la lastra tombale del beato Nicola da Forca Palena.
l'interno
L'interno della chiesa presenta una pianta a navata unica, articolata in tre campate e coperta con volte a crociera, con cinque cappelle e terminante con un'abside poligonale.
Lungo il lato destro si aprono due cappelle: quella dedicata a sant'Onofrio, che conserva affreschi di Antoniazzo Romano e quella dedicata alla Madonna di Loreto, che presenta all’altare una pala con Madonna di Loreto, olio su tela di Annibale Carracci e, nelle lunette, la Nascita di Maria Vergine e l’Annunciazione, affreschi di Giovanni Battista Ricci.
Alla destra del presbiterio, entro un arco, si trova un affresco attribuito a Pinturicchio, raffigurante la Madonna insegna a leggere a Gesù Bambino; nella controfacciata, a sinistra dell'ingresso, è collocato il Monumento funebre di Torquato Tasso: si tratta della tomba originaria del poeta. A destra del presbiterio si accede alla sacrestia, dove si sono presenti sulla volta, Allegorie delle Virtù, affreschi di Girolamo Pesci e, sulla parete destra, un affresco di Francesco Trevisani raffigurante il Beato Pietro Gambacorta.
L’abside poligonale presenta un ciclo di dipinti murali ad affresco, che raccontano gli episodi della vita di Maria, realizzati a due mani: nella parte superiore dal Pinturicchio, Incoronazione, Apostoli, Sibille, Angeli e tondo con Padre Benedicente, in quella inferiore dal Peruzzi, Sacra Conversazione, Adorazione dei Magi e Fuga in Egitto.
Passando sul lato sinistro si aprono tre cappelle: in quella del Ss. Crocifisso dove sono collocati il Monumento funebre del cardinale Filippo Sega e il Monumento funebre del cardinale Giuseppe Gasparo Mezzofanti. Segue la cappella dedicata nel 1954 a san Pio X, dove è visibile sulla volta, la Trinità, un affresco di Francesco Trevisani (prima metà del XVIII secolo). Infine si trova la cappella dedicata a san Girolamo, realizzata da Carlo Piccoli nel 1857 su commissione di papa Pio IX; è detta anche Cappella del Tasso in quanto vi si trova il Monumento funebre di Torquato Tasso, in marmo di Giuseppe De Fabris (1857).
il chiostro ed il convento
Annesso alla chiesa si trova il convento con il chiostro del XV secolo abbellito da numerose lunette affrescate da Vespasiano Strada, Claudio Ridolfi e del Cavalier d’Arpino, in occasione del giubileo del 1600. Le pitture murali narrano le storie di Sant’Onofrio, il quale si ritirò a vivere da eremita e quando gli abiti, ormai completamente logori, si ridussero a brandelli avvenne un miracolo, la chioma iniziò a crescere a dismisura raggiungendo una lunghezza che riusciva a ripararlo dal freddo. Questo evento spiega perché il santo è oggi riconosciuto come il patrono dei tessitori.
Il convento è noto anche per aver ospitato Torquato Tasso, che vi arrivò da Napoli dietro la promessa di Clemente VIII di incoronarlo poeta, come era stato secoli prima per il Petrarca. La cerimonia però non ebbe mai luogo in quanto il poeta vi morì il 25 aprile del 1595 poco prima di ricevere la corona d'alloro in Campidoglio; in omaggio al Tasso, Sant'Onofrio divenne però una delle tappe di artisti e letterati in visita a Roma. In memoria del passaggio in visita a sant’Onofrio di personaggi quali Chateubriand e Goethe sono presenti sul muro ad angolo del porticato alcune iscrizioni. In quella che fu la stanzetta del Tasso è oggi allestito un piccolo museo a lui dedicato che conserva manoscritti, antiche edizioni delle sue opere, la maschera funebre e la pietra tombale che sovrastava l’originario luogo di sepoltura, prima della costruzione del monumento vero e proprio realizzato all’interno della chiesa.
Nell'area antistante la chiesa è stata collocata nel 1924 una fontana costituita da vari elementi giacenti nei magazzini comunali. E’ formata da una vasca circolare, quasi a fior di terra, in mezzo alla quale, su una base quadrata, si eleva un piedistallo a cipolla che sostiene una tazza di travertino la quale riceve l'acqua da uno zampillo centrale che, attraverso le bocche di quattro mascheroni scolpiti sotto il bordo della tazza stessa, si versa nel bacino sottostante. Dal belvedere dove è collocata la fontana si ammira uno dei panorami di Roma più belli.
La campana di Torquato Tasso
Si racconta che la campana più piccola del campanile della chiesa abbia a lungo suonato nel 1595, accompagnando Torquato Tasso nei suoi ultimi momenti di vita. A questa campana è legato anche un aneddoto: nel 1849 i garibaldini requisirono alcune campane per forgiare i cannoni ma quando si presentarono nella chiesa di S. Onofrio incontrarono la ferrea resistenza del superiore del convento, che supplicò loro di non distruggere la piccola campana tanto legata alla memoria del poeta. Garibaldi, commosso, ordinò: "Le campane che suonarono l'agonia del Tasso sono sacre: siano rispettate!".
Bibliografia:
Mariano Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton Compton, 2004
F. Gizzi - Le Chiese rinsascimentali di Roma, Newton Compton, 1994
Frati Antoniani dell’Atonement-www.fratiatonement.org
Comune di Roma-www.060608.it;
© Sergio Natalizia - 2021