S. Ignazio a Campo Marzio
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S. Ignazio di Loyola a Campo Marzio
È la chiesa delle illusioni barocche: uno di quei luoghi di Roma dove si coglie perfettamente l’effetto di stupore e meraviglia ricercato dagli artisti del Seicento per creare l’illusione di uno spazio infinito. La finta cupola ed un incredibile affresco che copre completamente il soffitto della navata, sono i due capolavori di Andrea Pozzo che hanno reso celebre la chiesa di Sant'Ignazio di Loyola a Campo Marzio.
la storia
La storia dell’edificazione della chiesa di Sant’Ignazio è strettamente legata alle vicende del Collegio Romano e alla sua costruzione. Quando nel 1551 S. Ignazio di Loyola fondò il Collegio Romano, gli studenti utilizzavano per i loro momenti di preghiera l’adiacente chiesa dell’Annunziata. Ben presto però la chiesa dell’Annunziata si rivelò di modeste dimensioni per l’accresciuto numero degli studenti del Collegio, e il papa Gregorio XV, che nel marzo del 1622 aveva proclamato Santo Ignazio di Loyola, decise far edificare una nuova chiesa, sullo stesso sito della chiesa dell’Annunziata.
I lavori iniziarono nel 1626, per volontà del cardinale Ludovico Ludovisi; secondo alcune fonti, più architetti (tra i quali il Domenichino e Carlo Maderno) furono coinvolti nell’opera in un primo momento, ma poi l’incarico fu affidato al padre gesuita Orazio Grassi che, probabilmente, si servì di disegni di altri colleghi. La chiesa fu ultimata nel 1685, ma venne consacrata solo nel 1722.
l'esterno
La facciata della chiesa in travertino, opera di Bartolomeo Ammannati, riprese il prototipo della Chiesa del Gesù e come quella è articolata su due ordini architettonici. Nella parte inferiore sono collocati i tre portoni sormontati da timpani curvilinei; la porta centrale è affiancata da due grandi colonne con capitelli corinzi. Nella parte superiore, allineata con la porta centrale, vi è una grande finestra che permette alla luce di entrare nella chiesa illuminando la navata. La facciata nella parte superiore si conclude con due grandi volute riverse all’estremità di entrambi i lati.
gli interni
La pianta della chiesa è a forma di croce latina, lunga 81,5 m e larga 43 m, con presbiterio absidato e sei cappelle laterali comunicanti, tre a destra e tre a sinistra. Il grande affresco della volta è il centro della decorazione della chiesa: Andrea Pozzo dipinse l’affresco in modo da esaltare l’attività apostolica della Compagnia di Gesù nel mondo, realizzando allo stesso tempo un gioco di prospettiva che dà la sensazione di uno spazio infinito. L’artista ha rappresentato la Gloria di S. Ignazio con il Cristo e la Vergine Maria che accolgono Ignazio. Più in basso si dispone una moltitudine di figure e, tra di esse, le rappresentazioni allegoriche dei quattro continenti disposte ai quattro angoli. Ciascun continente è raffigurato da una donna seduta su un animale (l’Africa su un coccodrillo, l’America su un puma, l’Asia su un cammello, l’Europa su un cavallo) mentre con i piedi calpesta giganti incatenati, emblema dei vizi e delle eresie.
La cupola in muratura, inizialmente prevista dal progetto del Grassi, forse per motivi economici non venne mai realizzata. Andrea Pozzo con la sua arte prospettica risolse il problema della mancata realizzazione della cupola realizzando su tela, sopra la crociera, l'immagine di una cupola in prospettiva creando l'illusione di uno spazio tridimensionale su una superficie piatta, semicurva o curva. Anche il presbiterio e l'abside sono opere di Andrea Pozzo i cui affreschi furono eseguiti affreschi tra il 1685 e il 1701. Le pitture illustrano i momenti fondamentali della vocazione di S. Ignazio e degli inizi della Compagnia di Gesù.
Oltre a questi capolavori di pittura prospettica, anche le sei cappelle situate lungo le navate laterali, con elegante proporzione e sontuosità, rendono l'intero impianto architettonico più completo e armonioso. La prima cappella del lato destro, dedicata a S. Cristoforo, ha una pala d'altare del XVIII secolo raffigurante i santi Stanislao Kostka e Giovanni Francesco Regis in adorazione della Vergine e del Bambino.
La seconda cappella a destra (cappella Sacripante), disegnata da Nicola Michetti, presenta una pala d’altare con il Transito di S. Giuseppe e sulla parete destra una lunetta raffigurante l'Ultima Comunione di S. Luigi Gonzaga, entrambe di Francesco Trevisani; il dipinto della cupola è opera di Luigi Garzi.
Segue la cappella di S. Gioacchino che conserva una pala settecentesca della Presentazione della Vergine al Tempio di Stefano Pozzi; la cappella ospita Il corpo di S. Roberto Bellarmino.
Nel transetto destro si trova l'altare dedicato a S. Luigi Gonzaga realizzato da Andrea Pozzo: la pala di marmo al centro rappresenta l'ascesa al cielo di S. Luigi. In alto le allegorie della Penitenza e della Purezza; sotto l’altare è posta l’urna contenente i resti del santo.
Subito a destra del presbiterio si trova la cappella Ludovisi che ospita il monumento sepolcrale di papa Gregorio XV e di suo nipote, il cardinale Ludovico Ludovisi, promotore della costruzione della chiesa. Il monumento è opera di Pierre Legros mentre le statue in stucco con le Virtù, sono di Camillo Rusconi.
Sul lato sinistro del presbiterio c’è una gigantesca statua di Sant’Ignazio, scolpita da Camillo Rusconi (XVIII secolo).
La cappella del transetto sinistro è dedicata all'Annunciazione rappresentata nella pala marmorea di Filippo Della Valle, con figure allegoriche e angeli di Pietro Bracci e un soffitto affrescato con L'Assunta di Andrea Pozzo. La cappella ospita le reliquie di S. Giovanni Berchmans.
La cappella seguente, dedicata al Crocifisso, presenta un altare settecentesco con un Crocifisso ligneo circondato da reliquiari. Seguono infine la cappella dedicata all’Immacolata e quella intitolata a S. Gregorio che c onervano dipinti del gesuita Pierre de Lattre.
Sulla parete di controfacciata il gruppo scultoreo "La Magnificenza e la Religione" di Alessandro Algardi sostiene l'iscrizione commemorativa della consacrazione della chiesa.
Bibliografia:
Mariano Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
Mariano Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
S, Ignazio di Loyola-Verbum Dei-2009;
santignazio.gesuiti.it
Federico Gizzi- Le Chiese barocche di Roma-Newton Compton-1994;
Ministero deglin Interni-Fondo Edifici per il Culto-Sant'Ignazio di Loyola
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