piazza della Rotonda
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piazza della Rotonda
E' dal medioevo che i romani chiamano questa piazza "la Ritonna" in riferimento alla forma del Pantheon che con la sua monumentalità le fa da spettacolare fondale. La fontana e l'obelisco completano questo autentico gioiello urbanistico. Secondo un detto popolare, il turista non può perdere lo spettacolo scenografico offerto dalla piazza, perchè "chi va a Roma e nun vede la Ritonna, asino va e asino ritonna".
Piazza della Rotonda, nota anche come Piazza del Pantheon, è ripartita nei territori dei rioni Pigna, Sant'Eustachio e Colonna. Dominata dalla presenza del Pantheon, il toponimo deriva dal nome popolare dato dai romani al grande monumento giunto intatto dall'antica Roma: la Rotonna. La piazza è definita da una piacevole quinta architettonica di palazzi settecenteschi; è' ornata al centro da una fontana cinquecentesca, opera del Sormani, su cui svetta l’obelisco di Ramses II, aggiunto nel 1711. Meta turistica tra le più frequentate di Roma, in passato era il centro di un mercato così affollato che Clemente IX fece chiudere con una cancellata il pronao del Pantheon per evitare l’invasione dei banchi da contrattazione.
Il Pantheon è senza dubbio uno tra i monumenti più belli dell'antichità romana: fatto costruire da Marco Vipsanio Agrippa in onore di tutti gli dei, fu fatto restaurare da Domiziano dopo l'incendio dell'80 e ricostruito da Adriano nel 110, giungendo ai tempi nostri quasi integro. Di particolare interesse la sua cupola, capolavoro della tecnica e dell'architettura romana per essere anche la più grande mai costruita all'epoca: è alta 43 metri e dal diametro di base uguale a quella di San Pietro, 42,56 metri. Con la fine dell’impero romano il Pantheon cadde in abbandono fino a quando Foca, imperatore di Bisanzio lo cedette nel 608 a Bonifacio IV, che lo consacrò alla Madonna e a tutti i Martiri. Nel medioevo divenne una fortezza e nel 1625 per volere di Urbano VIII fu asportato il rivestimento bronzeo delle travi del portico con il quale il Bernini realizzò i cannoni di Castel Sant'Angelo ed il baldacchino di San Pietro. Il gesto del pontefice ispirò la pungente pasquinata: "quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini". L’interno del Pantheon presenta sette nicchie semicircolari introdotte da coppie di colonne scanalate e intervallate da edicole. Nella volta, decorata da cinque ordini di cassettoni, l’occhio orlato è l’unica fonte di luce naturale dell’edificio, mentre il pavimento in marmo è in buona parte originale. Le nicchie presenti all’interno dell’edificio custodiscono la tomba di Raffaello e le tombe dei reali d’Italia.
La fontana della Rotonda, progettata nel 1575 da Giacomo Della Porta su incarico di papa Gregorio XIII Boncompagni, fu realizzata da Leonardo Sormani al centro della piazza componendola con una conca mistilinea alzata da tre gradini di travertino ed arricchita da quattro gruppi di delfini e di maschere con al centro una tazza con acqua zampillante. Nel 1711 su incarico di papa Clemente XI Albani, l'architetto Filippo Barigoni sostituì il catino con una scogliera, sulla quale fu posto l'obelisco di Ramesse II. La base dell’obelisco venne ornata con quattro delfini, eseguiti dallo scultore romano Vincenzo Felici, che versano dalla bocca abbondanti getti d’Acqua Vergine. Ai lati sud e nord della base furono collocati gli stemmi araldici di papa Albani e quelli papali con tiara, chiavi e cornucopia. Una stella Albani in bronzo decora la sommità dell’obelisco.
L'obelisco al centro della piazza è stato realizzato all'epoca di Ramses II e fu fatto portare da Heliopolis a Roma da Domiziano, che lo fece collocare come decorazione dell'Iseo Campense. In granito rosso, sulla sua cuspide sono raffigurati due cartigli di Ramses II e su ogni lato appare il nome del re seguito da frasi celebrative. Ritrovato nel 1373 presso la Piazza di San Macuto (da cui il nome di "obelisco Macuteo"), venne spostato davanti al Pantheon nel 1711 per volere di papa Clemente XI e collocato al di sopra della fontana di Giacomo Della Porta. Complessivamente raggiunge i 14,52 metri.
Sono presenti a piazza della Rotonda quattro significative iscrizioni che raccontano avvenimenti accaduti nel corso dei secoli in questa piazza. Alzando lo sguardo sulle facciate dei palazzi è come partecipare agli eventi di un tempo perduto, dalla città papalina alla Roma capitale. Le targhe ci raccontano ogni giorno la storia, la storia di coloro che hanno costruito i palazzi , la storia di coloro che li hanno abitati, e rivelano il carattere “chiacchierone”, comunicativo, con cui si sono sempre distinti gli abitanti romani.
Bibliografia:
C. Rendina, D. Paradisi - Le Strade di Roma;
G. Carpaneto - Il Rione S. Eustachio;
C. Villa - Il Rione Pigna;
C. Rendina - Enciclopedia di Roma;
W. Pocino - Le curiosità di Roma;
B. Fabiani - Fare l'amore a Roma.
C. Rendina, D. Paradisi - Le Strade di Roma;
G. Carpaneto - Il Rione S. Eustachio;
C. Villa - Il Rione Pigna;
C. Rendina - Enciclopedia di Roma;
W. Pocino - Le curiosità di Roma;
B. Fabiani - Fare l'amore a Roma.
© Sergio Natalizia - 2013