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Monterano

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Monterano, la città fantasma
Borghi del Lazio
In origine insediamento etrusco, come dimostrano ancora oggi le grotte scavate nel tufo, e poi romano (l'antica Manturna), i primi insediamenti sulla collina per la costruzione del borgo vero e proprio risalgono al VII secolo, mentre nel 1497 il territorio fu annesso ai possedimenti dapprima della casata nobiliare degli Orsini e successivamente degli Altieri. In particolare sotto il papato di Clemente X Altieri si ebbe la sistemazione definitiva del Castello, fu affidata a Gian Lorenzo Bernini, che lo trasformò in un palazzo signorile, con la Fontana del Leone simbolo ancora oggi del borgo fantasma. Lo stesso Bernini lavorò alla realizzazione della Chiesa del 1676, con annesso il Convento di San Bonaventura. Poi, dalla seconda metà del settecento, il borgo di Monterano fu progressivamente abbandonato per via della malaria e definitivamente distrutto dopo il saccheggio da parte delle truppe Francesi nel 1799.
Le suggestive rovine di Monterano offrono angoli di incomparabile fascino e intrigante bellezza. La stradina che conduce al borgo costeggia il  torrente Bucione ed è immersa in un bosco di querce; si incontrano dapprima la  Cascata di Diosilla e quindi numerose sorgenti sulfuree e i cunicoli di vecchie miniere. Lo scenario che si presenta uscendo dalla fitta e intricata vegetazione è di un sorprendente stupore dato dall’impatto con le rovine dell’antico borgo.
Tra queste non mancano monumenti di rilevante valore architettonico come  il Palazzo Baronale, la Chiesa e il Convento di San Bonaventura, ma ciò che più colpisce è la presenza di monumenti costruiti in epoche diverse in un insolito e suggestivo connubio architettonico e paesaggistico. Si possono così ammirare costruzioni di epoca etrusca come i sepolcreti posti alla base del colle e trasformati successivamente in cantine, accanto a imponenti manufatti come l’acquedotto e il castello di epoca rinascimentale, e il già citato Convento di San Bonaventura e lo stesso Palazzo Baronale del periodo barocco. Si possono poi ammirare sulla piazza San Bonaventura, prospiciente l’omonima chiesa, la fontana berniniana a base ottagonale e, nei pressi del Palazzo Baronale, la statua del Leone anch’essa opera berniniana, i ruderi delle Chiese di San Rocco e di S. Maria Assunta, i resti di cantine e case.
© Sergio Natalizia - febbraio 2021
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