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S. Maria in Portico

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S. Maria in Portico in Campitelli
La chiesa di Santa Maria in Campitelli è uno dei santuari Mariani più antichi di Roma. L'origine della chiesa è legata ad un'antica immagine mariana, comparsa miracolosamente nell’anno 524 nel portico dove la patrizia Galla offriva ospitalità a malati e bisognosi. Qui ebbe origine il culto a S. Maria in Portico, punto di devozione per secoli della popolo romano.
chiese di Roma
la storia
La chiesa di Santa Maria in Campitelli è uno dei santuari Mariani più antichi di Roma. L'origine della chiesa è legata ad un'antica immagine mariana, comparsa miracolosamente nell’anno 524 nel portico dove la patrizia Galla offriva ospitalità a malati e bisognosi. Qui ebbe origine il culto a S. Maria in Portico, punto di devozione per secoli della popolo romano, profondamente venerata nei periodi di pestilenza e una prima chiesa fu consacrata nel 1217. Nel 1601 papa Clemente VIII concesse la chiesa a san Giovanni Leonardi e ai Chierici regolari della Madre di Dio, e nel 1618 il cardinale Mellini, vicario di Paolo V, concesse alla congregazione anche la piccola chiesa di S. Maria in Campitelli, allora situata presso quello che in seguito sarebbe diventato palazzo Caetani Lovatelli. I lavori cominciarono nel 1619 dopo aver demolito le case dei Della Riccia e degli Albertoni, e si protrassero fino al 1648. Ben presto però anche la nuova chiesa si dimostrò inadatta per le esigenze di culto e nuovi lavori di ingrandimento risultano inutili.
La costruzione della nuova chiesa fu voluta da Papa Alessandro VII nel 1660 come esecuzione di un voto fatto al popolo romano per conservarvi l’immagine della Madonna in Portico che i romani, minacciati dalla peste, erano soliti pregare; infatti ad essa si attribuì la cessazione della peste nel 1656.
Il Papa pose la prima pietra il 29 settembre 1660 e concesse per l’occasione alla Madonna il titolo di “Romanae Portus Securitatis”. L’edificazione della nuova chiesa fu affidata a Carlo Rainaldi allievo di Bernini, che fu poi affiancato da Giovanni Antonio De Rossi. La nuova chiesa, terminata nel 1667, venne consacrata ufficialmente nel 1728 con il nome di Santa Maria in Portico in Campitelli in onore della sacra immagine.
la facciata e la cupola
La facciata mostra uno schermo di due piani di colonne in fronte alla parete, indicando così la trasparenza dello spazio generale del progetto. Le colonne, per la prima volta in un prospetto di chiesa, sono completamente staccate dal fondo; per la diversità delle decorazioni, per la particolare distribuzione di porte e finestre, la facciata presenta straordinari effetti di chiaro scuro, scenografici e plastici, pur essendo priva di ornamentazione scultorea.
La cupola, ricoperta di tegole, poggia su un tamburo cilindrico sul quale si aprono otto finestre ellittiche; la calotta semisferica è definita da costoloni in otto sezioni. La struttura si conclude con un elegante lanterna barocca.
gli interni
L’interno è a pianta irregolare, meno larga verso l'altare maggiore che non verso l'entrata e navata unica con volta a botte. Ventiquattro colonne corinzie in marmo di Carrara, dodici delle quali sotto la cupola, dirigono lo sguardo dall'entrata verso gli spazi laterali delle cappelle e verso la Sacra Immagine custodita nell'abside. La cupola è illuminata da sei grandi finestroni ovali. Su quello In asse con Il portone d'ingresso sono stati murati a croce due rocchi d'alabastro che al tramonto si colorano di una particolare luce rosata per l'incidenza del raggi solari. Nel quattro pennacchi della cupola si trovano iscrizioni in lettere dorate desunte dalle Sacre Scritture e riferite alla Vergine. Gli Stemmi dei Chigi e della città di Roma ricordano che la chiesa fu innalzata per voto del Popolo Romano e per volontà del Pontefice.  Le cappelle laterali furono offerte da alcune famiglie romane che vi allestirono i loro monumenti funebri. Il pavimento, in marmo di Carrara. è stato rinnovato nel 1857.
Sulla destra del portale si trova il monumento al cardinale Francesco Nardi e poco dopo è situato il battistero con due tabernacoli quattrocenteschi, un ciborio ed una custodia degli olii santi provenienti dalla vecchia chiesa. Segue la cappella di S. Michele che conserva un Arcangelo Michele dipinto da Sebastiano Conca. La cappella successiva è dedicata a S. Anna: proviene dalla vecchia chiesa e fu ripristinata nel 1692 su progetto di Carlo Rainaldi. La pala d'altare dipinta nel 1685 da Luca Giordano raffigura la Destinazione della Vergine. Sull'arco d'ingresso un affresco attribuito a Michelangelo Ricciolini rappresenta la Gloria di S. Anna. I due angeli che sorreggono il quadro e gli stucchi sono di Michel Maille, Francesco Cavallini e Francesco Baratta.
Quindi si trova la cappella dedicata a S. Nicola di Bari che sull’altare contiene un dipinto della Vergine con S. Giovanni Battista e S. Nicola, mentre la cappella seguente è dedicata a S. Zita ma è detta anche del “Gesù morto” per via della statua esposta sotto l’altare.
Nel lato destro del vano cupola si trova il monumento del cardinale Bartolomeo Pacca scolpito nel 1863 da Ferdinando Petrich. La cappelletta delle reliquie contiene un altarino portatile bizantino detto di S. Gregorio Nazianzeno con immagini del Redentore, la Vergine e S. Giovanni evangelista.
L’altare maggiore custodisce l’immagine della Madonna del Portico. Disegnato dal Rainaldi, l'opera fu portata a termine da Giovanni Antonio De Rossi con la collaborazione di Ettore Ferrata e Giovanni Paolo Schor. La grande Gloria contenente l'immagine della Madonna è opera di Melchiorre Caffà, mentre il ciborio fu realizzato nel 1737 da Michelangelo Specchi. Il catino absidale è decorato da un affresco eseguito da Giovanni Battista Conti raffigurante papa Alessandro VII che offre alla Vergine il modello della nuova chiesa.



La parete sinistra del vano cupola  contiene la pala di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia raffigura la Nascita di S. Giovanni Battista. La cappella Capizucchi o di S. Paolo presenta sull’altare un quadro di Ludovico Gimignani rappresenta la Conversione di S. Paolo; ai lati vi sono sepolcri dei Capizucchi mentre la volta attribuita a Michelangelo Ricciolini raffigura la Gloria di S. Paolo. La cappella di S. Giovanni Leonardi fu fatta costruire dal cardinale Altieri su disegno di Giovanni Battista Contini. La pala centrale dipinta da Marcello Sozzi nel 1860 raffigura la Gloria del Beato Leonardi la cui reliquia si trova sotto l'altare. Nella volta la Gloria di S. Giovanni Battista affrescata da Giacinto Calandrucci.
La Cappella Altieri, opera di Sebastiano Cipriano, fu costruita nel 1708  ed è dedicata alla Beata Ludovica Albertoni. Sull'altare la pala marmorea di Lorenzo Ottoni raffigura la Sacra famiglia che appare alla Santa Ludovica Albertoni; nella volta affrescata da Giuseppe Passeri è rappresentata l’Assunzione della Vergine. Ai lati sono i monumenti funebre della famiglia Altieri.
L'icona di Santa Maria in Portico
Le fonti attestano la sua conservazione nella chiesa di Santa Maria in Portico fin dal XII secolo, ma i canoni iconografici fanno pensare ad una immagine più antica. L’opera è attribuibile ad una scuola Italo-Bizantina, occorre infatti tener presente che la vecchia chiesa di Santa Maria in Portico era situata nel quartiere dei Greci che vi si stabilirono nell’VIII sec. dopo la fuga da Costantinopoli, portando le tradizioni culturali e religiose della loro terra. L’immagine di Santa Maria in Portico, con molta probabilità è una riproduzione di qualche antica pittura o mosaico venerata nel Portico di Galla, deteriorata con il passare del tempo o distrutta da qualche incendio, essa fu riprodotta mantenendo il legame con l’antica tradizione.
L’immagine conservata nell’altare maggiore, in un tabernacolo dorato di Giovanni Antonio de Rossi, è un lavoro in lamina di rame dorato con fondi a smalto, alto 26 cm e largo 20,50 con uno spessore di 3 mm. L’icona rappresenta la Vergine con il Bambino in braccio nella tipica iconografia bizantina dell’Odigitria (colei che indica la via). Tutto si staglia su fondo azzurro fra due fronde di quercia, ed è inserito in un’edicola con arco a tutto sesto costituita da pilastri ionici, nella sommità le teste dei Santi Pietro e Paolo. La cornice in smalto rosso, decorata da rosette dorate con il bottone azzurro, ne costituisce il contorno.
Durante la sua storia millenaria a questa immagine sono stati attribuiti diversi miracoli. Alla sua intercessione è attribuita  la cessazione della peste nel 1656, e la costruzione della nuova chiesa fu voluta da Papa Alessandro VII nel 1660 come esecuzione del voto fatto dal popolo romano per conservarvi l’immagine della Madonna in Portico che i romani, minacciati dall’epidemia, erano soliti pregare. Il popolo la pregò ed attribuì alla sua intercessione anche la fine del terremoto del 1703, il più grave che abbia colpito Roma.
Bibliografia:
C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton Compton, 2004
www.santamariainportico.it
M. Minozzi, Santa Maria in Campitelli, in Roma Sacra, 15° Itinerario 1999
D. Silverio, Madonne miracolose di Roma, Fratelli Palombi, 2000
S. Gittarelli, Le edicole sacre di Roma, Edizioni ACM, 2008
F. Gizzi - Le Chiese barocche di Roma, Newton Compton, 1994
www.060608.it
www.laboratorioroma.it/percorsi-di-architettura/

© Sergio Natalizia - 2020
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